Roma, 28 gen 2013 – Quanto accaduto nel sottopasso pedonale di Corso Italia, con la morte di due senza fissa dimora, a causa dell’incendio divampato, durante la notte, all’interno del loro bivacco, chiama in causa le nostre istituzioni pubbliche. Condividiamo, infatti, le dichiarazioni di quanti hanno evidenziato che tale tragedia non possa essere ascritta alla tragica fatalità, ma sia il frutto dell’imbarbarimento della nostra società che produce, sempre di più, disagio sociale. Il problema non è solo la crisi economica in sé per sé, ma anche quelle politiche locali e nazionali che, invece di contrastare gli effetti negativi di tale crisi, la alimentano drammaticamente, producendo ulteriore povertà e sofferenze in ampi strati della popolazione. Molti dimenticano che la nostra città, con le 6 mila persone che non hanno un tetto sopra la testa, rappresenta anche la capitale dei senza fissa dimora. Ma purtroppo l’assistenza erogata dall’amministrazione comunale continua ad essere totalmente insufficiente e scadente, quasi al livello di un paese da terzo mondo. Basterebbe farsi un giro al centro della città, come ad esempio sotto i porticati di Via della Conciliazione o nei pressi della stazione Termini, per rendersi conto di quante persone affollano quei posti nelle ore notturne, per passare la notte tra cartoni e coperte.
ROMA: LA MORTE DEI DUE SENZA FISSA DIMORA NON E’ UNA TRAGICA FATALITA’
Pubblicato: 29 gennaio 2013 in UncategorizedTag:bivacco, fatalità, incendio, povertà, senza fissa dimora, sofferenze sociali, sotto passo corso italia, stazioni termini, Via della Conciliazione
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